In un bosco dove gli alberi cantavano al vento e i fiumi brillavano come stelle, viveva Tino, una tartaruga verde e lenta come una foglia che cade. A Tino piaceva osservare il cielo notturno, dove ogni anno si svolgeva la Gran Corsa delle Stelle: una gara in cui animali di tutto il bosco correvano, volavano o nuotavano per raggiungere il traguardo sotto la luce della luna. Il premio era una corona di foglie dorate, ma a Tino interessava solo partecipare.
— Tu, in una corsa? — lo prese in giro un coniglio veloce. — Non arriverai mai in tempo!
— Le tartarughe sono troppo lente — aggiunse un uccello che volteggiava sopra il fiume.
Ma Tino non si arrendeva. Il suo amico Rulo, una lumaca con un guscio brillante, lo incoraggiò:
— Non importa la velocità, Tino. Conta il cuore!
Una notte, mentre guardavano il fiume, Tino ebbe un’idea:
— E se usassi il mio guscio come slitta? L’acqua è così luminosa che sembra un sentiero di stelle.
Rulo applaudì entusiasta:
— Sì! Potremmo scivolare lungo il fiume. Sarà una corsa diversa, ma divertente.
Gli altri animali risero all’inizio, ma quando videro quanto fosse determinato Tino, accettarono di includerlo. Il giorno della gara, tutti si radunarono sulla riva. Gli uccelli sbattevano le ali, i pesci saltavano e i conigli facevano balzi di eccitazione. Tino e Rulo si posizionarono sul bordo dell’acqua, pronti a scivolare.
— Che la corsa abbia inizio! — gridò il gufo, giudice ufficiale.
Gli uccelli presero il volo, i conigli corsero e i pesci nuotarono lungo il fiume. Tino, con Rulo sul suo guscio, si lasciò trasportare dalla corrente. L’acqua brillava tanto che sembrava un fiume di stelle, e il guscio di Tino scivolava come se fosse di cristallo.
— Vai, Tino! — gridava Rulo, agitando le antenne.
Anche se erano lenti, si godevano il viaggio. Videro lucciole che danzavano sui rami, fiori che brillavano sotto l’acqua e persino un castoro che li salutava con la coda. Nel frattempo, gli altri concorrenti avanzavano rapidi, ma inciampavano su rocce o si perdevano tra le onde.
Quando Tino e Rulo arrivarono al traguardo, il sole stava già sorgendo. Tutti gli animali li stavano aspettando, e con loro sorpresa, applaudirono!
— È stata la corsa più bella che abbiamo mai visto! — disse il gufo. — Tino non ha vinto, ma ci ha insegnato che il percorso può essere magico tanto quanto la meta.
Tino sorrise, felice. Aveva apprezzato ogni momento del fiume, e anche se era arrivato ultimo, sentiva di aver vinto qualcosa di meglio: l’amicizia di tutti e l’orgoglio di averci provato.
E così, ogni anno, gli animali ricordavano che non importa quanto tempo ci metti ad arrivare, ma come ti godi il viaggio. Tino rimaneva lento, ma ora era l’anima di tutte le corse, perché inventava sempre modi nuovi e creativi per partecipare!
Fine. 🐢🐌