Nel bosco incantato di Arboluz, dove il tempo scorreva in modo unico, viveva Stellina, un unicorno con poteri magici per manipolare il tempo. Sotto la guida delle fate custodi, imparò a gestire le sue abilità, anche se la sua curiosità lo spinse a sperimentare oltre i limiti consentiti. Durante una notte di equinozio, mentre le energie magiche del bosco erano al massimo, Stellina tentò un antico incantesimo che scatenò una tempesta temporale, strappandolo dalla sua epoca e lanciandolo attraverso il fiume del tempo.
La prima destinazione di Stellina fu l’era dei dinosauri, dove scoprì che i suoi poteri erano indeboliti dall’energia caotica di quel periodo. Mentre fuggiva dai predatori, trovò pitture rupestri che suggerivano l’esistenza precedente di altri esseri magici. Poi, fu trasportato nell’antico Egitto, dove apparve durante una cerimonia funebre. I sacerdoti tentarono di catturarlo, ma Stellina accidentalmente aiutò gli operai a spostare un blocco massiccio, rivelando una conoscenza istintiva di principi fisici avanzati. Il suo terzo salto lo portò nel futuro lontano, in una città fluttuante dove macchine intelligenti lo scansionarono come un’anomalia biologico-magica. Lì apprese che gli unicorni erano stati sterminati nel XXIII secolo, anche se il loro patrimonio genetico aveva preservato alcuni ecosistemi magici.
Ogni viaggio lasciava segni su Stellina: bagliori di diverse epoche nella sua criniera e frammenti di conoscenza accumulati nel suo corno. Tuttavia, l’incantesimo originale lo stava lentamente consumando, frammentando la sua connessione con il proprio tempo. In uno di questi salti, apparve in un parco moderno davanti a Leo, un bambino curioso affascinato dall’ignoto. Nonostante l’aspetto erratico del corno di Stellina, Leo sentì un legame immediato con l’unicorno. Notando le fratture temporali sul suo corpo, improvvisò un cerchio protettivo con cristalli e iniziò a comunicare con lui.
Insieme svilupparono un sistema di comunicazione tramite schemi di luce e variazioni nel bagliore del corno di Stellina. Leo costruì uno “stabilizzatore temporale” rudimentale che sincronizzava le fluttuazioni del corno, creando una bolla protettiva che manteneva Stellina in una sola epoca per periodi più lunghi. In cambio, Stellina condivise conoscenze sulle ere che aveva visitato. Scoprirono che le fluttuazioni seguivano cicli correlati alle fasi lunari e che l’origine dell’incantesimo era legata all’Orologio delle Ere, un artefatto magico nascosto nel seminterrato di un museo locale.
Con il tempo che correva contro di loro, Leo e Stellina pianificarono di infiltrarsi nel museo durante una notte di luna nuova. Usando distrazioni temporali create da Stellina, Leo accedette al seminterrato e trovò l’Orologio delle Ere, un meccanismo intricato che conteneva frammenti di ogni epoca storica. Identificarono rune corrotte che avevano causato la maledizione. Il processo di riparazione fu pericoloso; ogni tentativo di modificare una runa generava vortici temporali che minacciavano di trascinarli in epoche casuali. Tuttavia, la sincronizzazione tra Leo e Stellina permise loro di anticipare e contrastare queste fluttuazioni. Alla fine, riuscirono a ripristinare l’incantesimo originale, creando un vortice temporale che collegava tutte le epoche visitate da Stellina.
Nel momento cruciale, Stellina dovette scegliere l’esatto momento per tornare alla sua epoca. Con le lacrime agli occhi, attivò l’ultimo componente dell’incantesimo, assicurandosi che il ciclo temporale fosse completamente riparato. Prima di partire, lasciò un dono a Leo: un frammento della sua criniera stellare, carico di tutte le conoscenze e le esperienze condivise.
Il ritorno di Stellina ad Arboluz segnò l’inizio di una nuova era. Le fate riconobbero che il suo viaggio era stato una prova e una benedizione. Stellina tornò con una profonda comprensione dell’interconnessione di tutte le cose attraverso il tempo, una saggezza che ispirò la creazione del Consiglio Temporale di Arboluz. Ispirato dal frammento di criniera stellare, Leo iniziò a documentare le sue esperienze, fondando la Rete dei Custodi Temporali, un’organizzazione segreta che manteneva viva la connessione tra i due mondi.
Il retaggio dell’amicizia tra Stellina e Leo divenne un simbolo di speranza e unità, dimostrando che le barriere tra specie, tempi e mondi possono essere superate con uno scopo comune e un cuore aperto. Anni dopo, quando Leo crebbe e divenne un illustre ricercatore di fenomeni temporali, Stellina continuò a vigilare sul flusso del tempo da Arboluz. La loro connessione rimase forte come il primo giorno, un eterno promemoria che la vera amicizia può trascendere persino le barriere del tempo.
Fine.